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di mihnea

Un cavallino rampante. Un’abbondanza di giallo lo circonda. Le iniziali “S, F”, elegantemente disegnate sotto. La maggior parte delle persone è in grado di riconoscere questo logo intramontabile. Ma conoscono anche la storia dell’uomo che ha creato questa leggenda? Conoscono i problemi che ha dovuto affrontare e il complicato dramma della sua famiglia? Questa è la premessa su cui si sviluppa la sceneggiatura di Ferrari di Michael Mann, basato sulla biografia del 1991 Enzo Ferrari: The Man, the Cars, the Races, the Machine del giornalista Brock Yates.

Adam Driver in “Ferrari” di Michael Mann (Credits: 01 Distribution).

Il film analizza le dinamiche della famiglia Ferrari, concentrandosi soprattutto sulla vita di Enzo (Adam Driver) durante il periodo che precede la Mille Miglia del 1957, una competizione storica su strada aperta che metteva alla prova la resistenza dei partecipanti in un intenso percorso che si estendeva da Brescia a Roma. Trovandosi in una situazione finanziaria precaria e rischiando di finire in bancarotta, Enzo si pose l’obiettivo di vincere la Mille Miglia, in modo che la Ferrari tornasse a essere un’azienda trionfatrice di gare e le vendite di auto aumentassero di conseguenza. Contemporaneamente, un giovane e ambizioso pilota spagnolo di nome Alfonso de Portago era appena entrato nell’arena delle corse con la Ferrari, affamato di successo e volenteroso di dimostrare il suo valore.

Patrick Dempsey in “Ferrari” di Michael Mann (Credits: 01 Distribution).

Il regista Michael Mann, che si è già cimentato nell’ambito dei film sulle corse come produttore esecutivo di Ford v Ferrari, stava già sviluppando un biopic sulla Ferrari da più di 20 anni[1]. Come vediamo nel caso di Enzo Ferrari, si può notare che Mann è un fine artigiano, che non solo presta attenzione al quadro generale, ma che infonde autenticità anche ai più piccoli dettagli, creando di conseguenza un dramma d’epoca visivamente ricco. In poche parole, il film funziona sia a livello narrativo, colpendo tutti i punti significativi della trama emotiva con impatto, ma funziona anche come testimonianza dell’eredità Ferrari, ricreando accuratamente molti aspetti dell’epoca, dai guanti a stringa di Moss, ai capelli bianchi caratteristici di Taruffi e il cosiddetto “bacio della morte” dato dall’attrice Linda Christian. Senza svelare troppo della storia (soprattutto per chi non sa cosa accadde alla Mille Miglia del 1957), la trama è ben ritmata e, quando non mostra lo spettacolo delle corse o la passione di Enzo per le sue auto e per l’omonima azienda, esplora le complessità che circondano la sua famiglia: deve dividere il suo tempo tra la moglie e socia in affari, Laura Ferrari (Penélope Cruz), l’amante Lina Lardi (Shailene Woodley) e il loro figlio, Piero (Giuseppe Festinese), suo apparente successore. Contestualmente, è importante notare che nell’Italia del 1957 era illegale divorziare o avere un figlio con un’altra persona oltre al coniuge, complicando ulteriormente le questioni familiari. 

Penelope Cruz in “Ferrari” di Michael Mann (Credits: 01 Distribution).

Oltre alle numerose sequenze di corsa girate in modo da creare riprese intriganti che aumentano l’intensità e la soggettività delle gare, anche la produzione e il design dei costumi conferiscono verosimiglianza al mondo della storia. L’attenzione del regista per i dettagli è evidente: ha messo insieme un gruppo di professionisti come la production designer Maria Djurkovic e il costumista Massimo Cantini Parrini, che hanno compreso l’impegno di Mann per l’autenticità e hanno disegnato magistralmente set e abiti, ricreando l’atmosfera Ferrari dell’epoca. In un’intervista a Variety[2], Djurkovic ha parlato dell’utilizzo del marrone e della terracotta come colori principali (in quanto specifici di Modena, la patria della Ferrari), scelti per far risaltare il rosso tipico delle auto. Essenziale per trasmettere l’atmosfera dell’epoca è stato anche ricreare il design della Scuderia del 1957, ricostruendo da vicino l’aspetto dell’ufficio di Enzo e dell’officina meccanica. Anche i costumi di Parrini rafforzano l’autenticità del dramma d’epoca: lo stilista ha creato abiti su misura per Adam Driver e i suoi caratteristici occhiali personalizzati per adattarsi alle sue protesi facciali. Ha anche ha utilizzato tessuti autentici degli anni ’50 e ha dato agli altri piloti accessori di uso quotidiano del periodo. Lo stesso Piero Ferrari ricorda in un’intervista esclusiva[3] di aver collaborato alla sceneggiatura, controllando che i fatti fossero corretti e che non vi fossero errori storici, evidenziando ulteriormente la volontà del regista di rimanere fedele alla storia reale.

Adam Driver e Shailene Woodley in “Ferrari” di Michael Mann (Credits: 01 Distribution).

Dal punto di vista della recitazione, le interpretazioni di Driver e Cruz sono potenti e convincenti. Entrambi trasmettono in modo veritiero le conseguenze di un matrimonio in crisi, i resti della tragica perdita del figlio e la pressione di ciò che significa mantenere vivo il nome Ferrari nelle corse automobilistiche. La loro ricerca e preparazione si nota costantemente sul grande schermo, poiché i due, insieme anche a Shailene Woodley e Patrick Dempsey, hanno visitato Piero Ferrari per capire meglio chi fosse veramente Enzo Ferrari e per osservare i dettagli della sua vita privata. Adam Driver, ad esempio, ha preso appunti sul suo modo di fare, di camminare, di indossare gli occhiali e di tenere la valigia. Mentre l’interpretazione di Penélope Cruz rappresenta un vero e proprio tour de force, con il suo personaggio che mostra una donna potente, intelligente e positiva. La rappresentazione della Woodley è l’unica che non mi ha necessariamente convinto, lasciando la sensazione che mancasse qualcosa, forse perché la sceneggiatura ha reso il suo personaggio piuttosto piatto, indipendentemente dal lavoro dell’attrice. 

Adam Driver in “Ferrari” di Michael Mann (Credits: 01 Distribution).

Non posso a questo punto non menzionare la grande problematica trasparsa dopo l’uscita di questo film. E non mi riferisco al fatto che Adam Driver è, per qualche motivo, associato dai grandi studios hollywoodiani all’uomo italiano-macho (qualsiasi cinefilo può già ricordare la sua personificazione di Maurizio Gucci in House of Gucci). Ok, forse il suo look contribuisce un po’ a questa scelta ricorrente, tuttavia, mi riferisco principalmente alla scelta degli studios e/o del regista di far parlare gli attori in inglese con accento “italiano” e di inserire parole come “commendatore” o “signora”, in modo da rendere il film più autentico, credo. Posso capire l’esigenza di raccontare questa storia a un pubblico internazionale, formato in gran parte da spettatori anglosassoni, anche se a me, a dirla tutta, sembra solo che stiamo qua compromettendo la stessa veridicità che Mann ha cercato di sviluppare in modo così approfondito attraverso tutti gli aspetti sopra citati. Forse questo potrebbe innescare un’interessante discussione sui pro e i contro che potrebbero nascere lasciando che produzioni americane investano in film le cui storie sono raccontate in lingua originale, con attori locali piuttosto che con grandi star. Se avessero optato per questa scelta avremmo potuto ottenere un nuovo classico italiano? Forse.

“Ferrari” di Michael Mann (Credits: 01 Distribution).

Il nome “Ferrari” è sinonimo di auto da corsa e, per estensione, di vittoria. Tuttavia, Michael Mann concentra il suo cinema sulle ombre profonde che si nascondono dietro le quinte, realizzando un ritratto intimo di Enzo Ferrari e della sua famiglia. Il film ha anche la benedizione del figlio, Piero, rivelando che lo ha fatto emozionare molto. In definitiva è un film sulla famiglia, sulla passione, sulle corse. O, per riassumere, è semplicemente la Ferrari. Come conclude anche Piero nell’intervista sopra citata: “alla fine del film, il vincitore è [mio] padre, Enzo. Anche con tante tragedie, è riuscito a fare quello che voleva. Le corse, le auto, fare qualcosa di nuovo ogni anno”.

traduzione di giulia


[1] IMDB, “All about Ferrari” video, 2023 – https://www.imdb.com/video/vi2766063385/?playlistId=nm0000520&ref_=nm_ov_vi.

[2] Variety, intervista, Creating ‘Ferrari’: Michael Mann Assembled Top Artisans to Realize His Vision – 2023 – https://variety.com/2023/biz/news/ferrari-michael-mann-editing-score-production-design-1235838509/.

[3] Piero Ferrari – Digi24 – intervista – 2024 – https://www.youtube.com/watch?v=8HmvPr_s1_s&ab_channel=Digi24HD.

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