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di virginia

L’ultimo appuntamento di Indocili, rassegna organizzata da Tafano Cinema in collaborazione con il Cinema Beltrade di Milano, prevede una serata di corti – tutti realizzati da registi under 35 – già presentati durante la scorsa edizione del Concorto Film Festival, festival internazionale di cortometraggi. Ad aprire la serata, al Bar Rondò, prenderà vita un talk organizzato con la redazione milanese della rivista Scomodo, dal titolo molto eloquente: è ancora possibile fare cinema indipendente? Dei sei cortometraggi che saranno presentati (il programma completo si trova qui), abbiamo deciso di presentarne due, dove si può scorgere un filo rosso che lega la generazione contemporanea in rapporto alla società e ai cambiamenti che porta, i cui effetti, inevitabilmente, ricadono sui più giovani.

“27” di flóra anna buda

Flóra Anna Buda si serve dell’animazione per raccontare la storia di Alice, una giovane ragazza che sta affrontando un periodo di transizione nella sua vita. Scegliendo di mettere in mostra, attraverso questo preciso linguaggio cinematografico (guai a definirlo un «cartone animato»!), situazioni pesanti e difficili della fase adulta, ribalta le comuni credenze riguardo all’animazione. Alice si è appena laureata ed è tornata a vivere nella casa dei propri genitori; le poche informazioni di contesto si riescono a ottenere dalla radio che, in sottofondo e in lontananza, commenta la situazione precaria di questa generazione. La narrazione prosegue a metà tra il sogno e la realtà, struttura che ricalca le sensazioni della protagonista, tra la certezza di avere una casa che la accoglie e l’incertezza per cosa ne sarà del proprio futuro.

Indocili x Concorto: “27” di Flóra Anna Buda

Nel giorno del suo ventisettesimo compleanno (da qui il titolo) la ragazza “evade” dalla casa dove si sente imprigionata, nonostante le cure della madre e nonostante l’ambiente familiare crei, tutto sommato, una tranquilla atmosfera. Buda fotografa la situazione della protagonista rendendola universale e comune a quella di una generazione intera: quando Alice commenta una relazione amorosa del passato, racconta all’amico che la sua vecchia frequentazione le ha riscritto ma «non ha detto niente, ha solo mandato una GIF». Il senso di spaesamento e di temporaneo annichilimento dei sensi viene trasmesso visivamente con disegni astratti e indefiniti, che ricordano le animazioni delle origini, soprattutto i cortometraggi di Hans Richter. Con un linguaggio cinematografico consolidato e tradizionale, Flora Anna Buda riesce a mettere in scena tutte le ansie e le preoccupazioni di chi si ritrova sulla soglia dei trent’anni nella società contemporanea, sempre in bilico e mai in equilibrio.

Indocili x Concorto
Indocili x Concorto: “27” di Flóra Anna Buda

“la herida luminosa” di christian avilés

Il senso di precarietà e spaesamento adolescenziale fa da padrone anche nel cortometraggio diretto da Christian Avilés, La herida luminosa (Daydreaming so Vividly about our Spanish Holidays), già presentato durante la 73° edizione della Berlinale. Protagonista è un giovane ragazzo di cui non conosciamo il nome, che trascorre il periodo estivo a casa sua, in Inghilterra. Lo scenario iniziale, quello di un’Inghilterra in piena estate, ma dove comunque è tutto grigio e buio, lascia rapidamente il posto alle luminose atmosfere di una località balneare spagnola, sulle Isole Baleari. Dopo che la madre gli ha passato un biglietto d’oro – proprio come quello che il personaggio di Charlie vinceva ne La fabbrica di cioccolato – contenente la carta d’imbarco per poter partire, tutta la fotografia del film cambia drasticamente tonalità cromatiche, quasi come a voler accecare lo spettatore con tutta quella luce solare portata all’estremo. È curioso notare alcune somiglianze involontarie che il cortometraggio presenta con quello che sembra essere un tema all’ordine del giorno per le giovani generazioni britanniche: il fenomeno del turismo di massa, dalla Gran Bretagna alle località più calde del Mediterraneo (che si tratti della Spagna o della Grecia, poco importa) è anche uno dei temi portanti di How to have sex, lungometraggio d’esordio della regista Molly Manning Walker.

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Indocili x Concorto: “La Herida Luminosa” di Christian Avilés

Il regista si immagina che i giovani inglesi abbiano bisogno, come se fossero creature particolari, di un’iniezione di luce solare, di cui sentono costantemente bisogno ma, al tempo stesso, ne sono privati a causa delle condizioni meteorologiche del loro paese d’origine. Questo senso di carenza della vitamina D non viene trasmesso con nozioni tecnico-scientifiche, ma attraverso effetti visivi che ricordano le pellicole di fantascienza realizzate nel corso degli anni ’70 – soprattutto il riferimento è a The man who fell to Earth di Nicolas Roeg, dove il protagonista, un alieno interpretato da David Bowie, aveva esattamente le stesse sembianze umane del resto degli abitanti della terra. La sensazione del sole che penetra nelle ossa dei personaggi viene resa anche attraverso un linguaggio poetico o aulico; tutta l’attività del prendere il sole viene elevata a gesto nobile e altissimo, che niente ha a che vedere con la pratica dell’abbronzarsi, tanto diffusa nei paesi mediterranei. Come nuovi Icaro dei tempi moderni, i giovani inglesi cercano ogni stratagemma per avvicinarsi al Sole, per entrare in contatto e quasi vivere in simbiosi con questo pianeta così sconosciuto e lontano, fino a che alcuni non finiscono per bruciarsi o, addirittura, per precipitare vertiginosamente, sempre in cerca di qualcosa più in alto di loro.

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Indocili x Concorto: “La Herida Luminosa” di Christian Avilés

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