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di giulia

Le commedie romantiche e caotiche degli anni Duemila sono un genere a sé. Le abbiamo viste tutti e ce le ricordiamo bene, con i loro colori un po’ troppo saturati e quel drama esagerato che alla fine, però, ti faceva sempre sorridere. 10 cose che odio di teCome farsi lasciare in 10 giorni30 anni in un secondoRicatto d’amoreDue settimane per innamorarsi: questi sono solo alcuni dei titoli che hanno segnato l’inizio del secolo con le loro trame – forse a tratti discutibili – capaci di conquistare il grande pubblico. Molti di questi film io li ho visti per la prima volta quando l’amore per me era solo quello della mia compagna di banco delle elementari che quella mattina aveva deciso di farmi un disegno a penna cancellina, nonostante questo però ricordo bene come fosse ieri l’emozione provata a guardare il finale di The Princess Diaries, benché a me di principesse e principi sia sempre fregato poco. 

Sono forse tornate le commedie romantiche anni Duemila: “The Pincess Diaries” (Credits: IMDb).

Cosa sta dietro a questi film per fare sì che anche le persone meno romantiche si trovino a ripensare a queste storie, con ricordi positivi, anche dopo vent’anni? Sarà forse una questione di nostalgia? Siamo forse tutti condizionati da Midnight in Paris, romanticizzando un’era diversa adesso che invece quei sentimenti li abbiamo provati davvero? Sicuramente la nostalgia gioca un ruolo fondamentale, ma un punto di forza che tutti questi film hanno in comune, e che forse è il motivo primario per cui un largo numero di persone li ha sempre apprezzati, è la spensieratezza che emanano. Storie di vita abbastanza comuni, nelle quali sappiamo per certo che anche il più tragico degli imprevisti sarà risolto entro i 120 minuti medi di durata, lasciandoci con l’immancabile lieto fine. 

Sono forse tornate le commedie romantiche anni Duemila: “30 anni in un secondo” (Credits: IMDb).

Altra importante variabile da considerare è l’accoglienza che questi film ottenevano: tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, questi erano i titoli che facevano i migliori incassi al botteghino e tante grandi star hanno brillato in questi ruoli che oggi da molti verrebbero considerati di serie B. Matthew McConaugheyRenée ZellwegerAnne HathawayRyan GoslingEmma Stone: sono tutti nomi di persone che sono passate dall’essere protagoniste di romcom ironiche e imbarazzanti, per poi continuare la loro carriera fino a raggiungere nomination o vittorie agli Oscar. Detto questo, non è che passato quel primo decennio del nuovo secolo nessuno ha più osato realizzare commedie, semplicemente per lungo tempo questo specifico genere di film ha smesso di conquistare l’interesse collettivo con la stessa intensità. 

Sono forse tornate le commedie romantiche anni Duemila: “Come farsi lasciare in 10 giorni” (Credits: IMDb).

Negli ultimi tempi però qualcosa è però cambiato. Pensando nello specifico all’anno passato, mi vengono in mente un paio di produzioni che hanno confermato un ritorno della commedia “anni 2000”, rendendo omaggio ai cliché tradizionali ma anche introducendo allo stesso tempo nuove idee. Mi sto riferendo a No Hard Feelings di Gene Stupnitsky e Bottoms di Emma Seligman. C’è tutto: amore, amicizia, imbarazzo, goffaggine, ironia, lieto fine, una buona dose di violenza (non spaventatevi, fa parte del gioco), ma soprattutto attrici di alto livello – alcune come Ayo Edebiri e Rachel Sennott, da meno tempo nell’industria ma che sentiremo nominare sempre di più, ed altre invece vere e proprie veterane di Hollywood, come la nostra Jennifer Lawrence

Sono forse tornate le commedie romantiche anni Duemila: “No Hard Feelings” (Credits: Sony Pictures).

No Hard Feelings parte da una trama molto semplice e non particolarmente originale: due genitori esageratamente apprensivi sono preoccupati che il loro figlio diciannovenne introverso e impacciato non sia pronto per il college, decidendo così di pagare una ragazza per uscire con lui e, di conseguenza, sciogliere un po’ della sua ansia sociale. L’annuncio, pubblicato su Craigslist, parlava di una ragazza di circa vent’anni, ma una Jennifer Lawrence trentaduenne su pattini a rotelle e con indosso un vestito floreale da adolescente arriverà alla villa della famiglia, conquistandosi il lavoro. Cosa non si fa per i soldi. Bene, da qui il caos. Devo essere sincera e ammettere che non ho apprezzato il film nel suo complesso. Nonostante due protagonisti che funzionano e numerosi tentativi di spingersi oltre i limiti, il risultato finale rimane comunque piuttosto dimenticabile. Il mio personale gradimento però non è importante in questa conversazione, perché quello che mi premeva far notare è la rinnovata libertà che i registi hanno raggiunto nel creare commedie per adulti, riuscendo a portarle nelle sale accanto a film del calibro di Oppenheimer. Nessuno forse considererà No Hard Feelings un capolavoro, ma se un film dove la protagonista finisce per picchiare dei minorenni – completamente senza vestiti per la durata di una scena che è decisamente più lunga di quanto necessita esserlo –, cattura l’attenzione del grande pubblico, beh, non possiamo nascondere che sia comunque un traguardo interessante. 

Sono forse tornate le commedie romantiche anni Duemila: “Bottoms” (Credits: Prime Video).

Diversa è però la questione di Bottoms. Pur mantenendo alcuni di quei già nominati cliché della tradizione, come ad esempio i tanto apprezzati bloopers durante i titoli di coda, questo è tutto fuorché un film con una trama banale. Edebiri e Sennott interpretano due migliori amiche, entrambe gay, entrambe non particolarmente popolari o brillanti, entrambe con una cotta per una cheerleader probabilmente etero, entrambe inadatte alla vita. Nel disperato tentativo di guadagnarsi l’attenzione da parte delle loro amate, le due amiche decidono di mettere su un club di auto difesa con l’intento (femminista, almeno di facciata) di rendere più forti le ragazze della scuola. Disordinato, esagerato, poco elegante ma mai fuori posto, Bottoms è sempre divertente nel suo tentativo di mostrare ragazze che, invece di scappare dalla violenza come tutti si aspetterebbero da loro, sfogano finalmente la loro rabbia in scene che Tarantino potrebbe invidiare. La vera rivincita sta nel riportare in voga storie di persone comuni e renderle appetibili a tutti, con qualche trucchetto cinematografico, chiaramente, stiamo pur sempre parlando di film. È sempre una vittoria quando guardando un film pensi al fatto che tutte le persone coinvolte nella realizzazione, a un certo punto, hanno indiscutibilmente pensato: molti lo ameranno ma molti non lo capiranno affatto, continuiamo così! 

Sono forse tornate le commedie romantiche anni Duemila: “Bottoms” di Emma Seligman (Credits: Prime Video).

Cercando di tirare le fila del discorso, il grande cinema non è fatto solo dei grandi drammi. Da persona che riesce a godersi tutti i generi, ma soprattutto da grande fan di quei film così brutti e caotici che fanno il giro e finiscono per essere perfetti, concludo dicendo: Ayo Edebiri aspetterò il giorno in cui riceverai il tuo Oscar per una performance che farà arrabbiare i più. 

Giulia

Nouvelle Vague, arti visive e ramen istantaneo. Non mi piace parlare di me, ma mi piace parlare di film.

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