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di virginia

2016. Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha appena dichiarato che non spenderà un centesimo, nel bilancio di stato, a sostegno della Legge di Memoria Storica, abrogando de facto il provvedimento fino a quel momento in vigore. La famigerata legge rientra in un disegno più ampio di provvedimenti volti a recuperare e mantenere il ricordo di ciò che è stato il franchismo, per fare in modo che le generazioni successive potessero imparare dal passato e non commettere gli stessi errori. Il dibattito si configura come uno tra i più spinosi all’interno dell’opinione pubblica spagnola ancora oggi: la società contemporanea si divide in sostenitori e oppositori, questi ultimi dell’opinione che ormai, tutto quello che è passato, è passato e ricordare non serve a niente se non a ostacolare il progresso. In realtà si sa bene che, al contrario, un Paese senza memoria è un Paese senza futuro e Pedro Almodóvar decide di fare i conti con l’atteggiamento di indifferenza e di noncuranza che la Spagna odierno ha riservato nei confronti di una delle pagine più sanguinose nella storia di tutta Europa.

"Madres Paralelas" di Pedro Almodóvar
“Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar (Credits: El Deseo)

Protagoniste della storia sono due donne, Janis (Penelope Cruz) e Ana (Milena Smit) che si sono ritrovate incinta senza averlo programmato. Se per Janis questo avvenimento inaspettato costituisce fonte di gioia e di soddisfazione, lo stesso non si può dire per Ana, che non accoglie la notizia in modo altrettanto positivo. Le due si conoscono in sala parto, si scambieranno i rispettivi contatti e numero di telefono ma si ritroveranno molto più tardi nella vita. Quello su cui, però, vale principalmente la pena soffermarsi è il contesto socio-culturale entro cui la storia si volge. La cornice in cui prendono vita le vicende narrate è quella già menzionata della Spagna del 2016: Janis svolge di lavoro la professione di fotografa (peraltro non mancavano riferimenti a Blow Up di Michelangelo Antonioni nello storyboard originale realizzato da Almodóvar, poi eliminati dal montaggio finale della pellicola) e si imbatte, un giorno, in Arturo (Israel Elejalde), antropologo forense. Pone di fronte allo studioso un quesito non di poco conto: se sia possibile, con il suo aiuto, riesumare le fosse comuni del suo villaggio originario, Aldea de Los Montes. Il governo ha chiaramente voltato le spalle di fronte a questa situazione, come non mancano di sottolineare i personaggi di Arturo e Janis in uno dei primi dialoghi, in apertura alla pellicola. «È inaccettabile», commenta Arturo riguardo i mancati provvedimenti di Rajoy in difesa della memoria storica.

"Madres Paralelas" di Pedro Almodóvar
“Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar (Credits: El Deseo)

Almodóvar decide di prendere apertamente posizione all’interno di un dibattito pubblico che dilania la Spagna da ormai più di cinquant’anni: come reagire alla dittatura franchista? Tra chi decide di voltare lo sguardo altrove, incurante dei crimini perpetrati dai falangisti e da chi è rimasto neutrale nei confronti di Franco e chi si batte per conservare il ricordo e commemorare le vittime, il regista spagnolo decide di schierarsi con quest’ultima fazione. Per farlo, non solo lascia parlare apertamente i personaggi protagonisti della pellicola ma si serve di tutto un apparato simbolico, su più livelli, per portare avanti una critica contro quella componente di società spagnola che, ancora oggi, decide di non onorare il ricordo di chi si è battuto per opporsi alla sanguinaria dittatura, conclusasi solo con la morte del capo di stato, nel 1975.

"Madres Paralelas" di Pedro Almodóvar
“Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar (Credits: El Deseo)

Il primo livello di critica che opera Almodóvar viene portato avanti attraverso i costanti richiami all’opera (e anche alle vicende private) di Federico García Lorca. Poeta e drammaturgo andaluso, García Lorca è presto diventato – talvolta secondo una lettura superficiale e un po’ troppo di parte – martire dei crimini dei falangisti, nonché simbolo della resistenza contro l’avanzata franchista durante la Guerra Civile spagnola, iniziata nel 1936 e conclusasi nel 1939, con la presa definitiva del potere da parte del dittatore Francisco Franco. La morte di García Lorca, ancora oggi, rappresenta un mistero irrisolto (e con cui la Spagna ancora non ha fatto i conti): ucciso in un giorno ancora indefinito dell’agosto 1936, il corpo fucilato fu gettato in una fossa comune dell’Andalusia e, da allora, mai più ritrovato. C’è un evidente richiamo, quindi, al tema delle fosse comuni, che popolano i villaggi di tutta Spagna, ancora insepolte, impedendo ai discendenti dei caduti durante la resistenza di potersi recare a una tomba per rendere omaggio ai propri cari.

"Madres Paralelas" di Pedro Almodóvar
“Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar (Credits: El Deseo)

Oltre a questo richiamo, tutta la storia principale presenta riferimenti diretti e indiretti all’opera di Lorca. In particolare, a un dramma borghese, Donna Rosita la nubile o il linguaggio dei fiori (Dona Rosita la soltera o el lenguaje de las flores). Non solo viene citato apertamente da un personaggio, Teresa (Aitana Sánchez-Gijón), la madre di Ana, attrice teatrale che è riuscita a ottenere il ruolo della protagonista in una piccola compagnia in procinto di avviare una tournée in tutta Spagna; sono numerosi i richiami a dettagli contenuti nell’opera, primo fra tutti il costante riferimento al cosiddetto “linguaggio dei fiori”, con cui i personaggi del dramma teatrale e della pellicola sembrano comunicare, senza proferire parola e lasciando alle piante il potere di comunicare il loro stato d’animo.

“Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar (Credits: El Deseo)

L’apparato di simbolismo di cui Almodóvar si serve non si limita ai collegamenti con Federico García Lorca: è, infatti, nella scena finale della pellicola che tocca le sue vette più alte. Janis, dopo esser riuscita insieme ad Arturo e alla sua associazione di antropologi e studiosi a riesumare la più grande fossa comune del suo villaggio, si reca sul luogo degli scavi insieme ad Ana e alla piccola figlia Cecilia. Mentre gli antropologi setacciano zolle di terra per recuperare i resti dei caduti, da cui poter condurre le analisi del DNA e riconoscere ufficialmente le vittime sepolte, trovano una falange, come non manca di esclamare uno degli studiosi. Si tratta, dell’oggetto rinvenuto, effettivamente di una falange, quindi di una componente anatomica del corpo umano. Con una rilettura più attenta della scena, però, non può non venire in mente il collegamento con la falange franchista, movimento politico dai forti connotati militari, paragonabile, per avere un esempio concreto, a quello che sono state in Italia le squadre fasciste. La scena degli antropologi che, setacciando, portano alla luce questa falange, diventa simbolo di tutto il lavoro che Arturo e Janis stanno conducendo: finalmente portando alla luce la realtà dei fatti e una verità nascosta troppo a lungo.

“Madres Paralelas” di Pedro Almodóvar (Credits: El Deseo)

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