Skip to main content

di gemma

Confidenza deriva dal latino confīdentĭa, sostantivo della prima declinazione che significa, in primo luogo, “fiducia”. La fiducia, tuttavia, è proprio l’ingrediente che manca nel rapporto tra Pietro Vella e Teresa Quadraro, i due protagonisti nati dalla penna di Domenico Starnone e che hanno preso vita nell’ultimo film di Daniele Luchetti.

Elio Germano in “Confidenza” (Credits: Vision Distribution)

Nonostante Pietro, prof di lettere in un liceo di periferia di Roma, abbia concluso da tempo la relazione amorosa con la sua ex-studentessa Teresa, il ricordo di lei continua ad impregnare la sua vita, condizionandone i pensieri e gli atteggiamenti. Tra i due, infatti, si è creato un vincolo indissolubile: Pietro e Teresa hanno condiviso tra di loro le proprie “confidenze” per rafforzare il loro amore, rendendo l’uno il custode dei segreti dell’altra, e viceversa. «Ci diciamo qualcosa che non abbiamo mai detto a nessuno? Un segreto». Con fare quasi bambinesco, Teresa chiede a Pietro di condividere con lei il suo segreto più intimo e da questo gesto così infantile inizia l’oscura magia. I due si confidano qualcosa di misterioso e, a tratti, pauroso, ma questo qualcosa non viene approfondito, rimane solo accennato, un segreto che rimane tale anche per il lettore e lo spettatore.

Elio Germano e Federica Rosellini in “Confidenza” di Daniele Luchetti (Credits: Vision Distribution)

È proprio attorno a questo segreto che ruota l’intera trama di Confidenza. Starnone, nel suo romanzo, è capace di erigere un intero palazzo su un’impalcatura invisibile, la cui presenza si percepisce per tutto il racconto senza mai, però, manifestarsi, impregnando ogni pieno e ogni vuoto. Perché quell’attimo di confidenza che mirava a stringere ancor di più il rapporto dei due, sarà l’elemento che renderà le vite di Pietro e Teresa per sempre intrecciate, anche quando le loro strade si separeranno e i loro corpi si troveranno a mille miglia di distanza. Pietro ha paura che Teresa, visto il suo carattere fuori dagli schemi, rompa il patto che si sono imposti, sbandierando ai quattro venti il suo impronunciabile segreto: questo pensiero lo assilla e genera in lui una sorta di dipendenza nei confronti della donna. Alla fine, Pietro per tutta la sua vita si comporta da succube: dietro ogni sua azione e decisione si cela il ricordo della relazione con la sua ex-studentessa. Si sposa, ha figli, è amato dai suoi studenti, scrive libri di pedagogia, ma fa tutto questo come se l’ombra di Teresa lo schiacciasse. Nella sua testa c’è un unico pensiero ossessivo: cosa accadrebbe se colei che conosce il segreto più nascosto della sua anima lo tradisse?

"Confidenza" di Daniele Luchetti
Confidenza” edito da Einaudi

L’intreccio di due vite, una cosa così quotidiana e semplice, in realtà, è un meccanismo oscuro e complesso che possiede una potenza indicibile. La natura dei rapporti umani è un enigma, un segreto inconoscibile come la confidenza che i due protagonisti decidono di rivelare l’uno all’altra. Starnone scrive una storia che cerca di indagare come due esseri umani, che per un certo periodo di tempo sono entrati in profonda intimità, possano continuare a condizionarsi anche quando non hanno più nulla a che fare l’uno con l’altro. Luchetti torna per la terza volta sulle parole di Starnone, concatenando in Confidenza i due temi cardine dei suoi adattamenti precedenti delle opere dell’autore napoletano. Nella sua ultima pellicola ci sono la complessità drammatica delle relazioni, già rappresentata in Lacci (2020, tratto dall’omonimo romanzo) e il mondo scolastico, protagonista de La Scuola (1995), film che trae spunto da alcuni racconti raccolti all’interno di Ex-cattedra e Fuori Registro, dove lo scrittore racconta la quotidianità che caratterizzava la sua vita da docente.  

"Confidenza" di Daniele Luchetti
Elio Germano in “Confidenza” (Credits: Vision Distribution)

In Confidenza Luchetti porta lo spettatore dentro la testa di Pietro, ancora di più di quanto Starnone ha saputo fare nel suo romanzo. Per più di due ore sullo schermo si assiste alla vita di questo personaggio che è uno ma molteplice, in quanto egli è professore, scrittore, marito, padre, nonno. Lo si vede crescere ed evolvere, ma in tutto questo suo processo il ricordo di Teresa e di quella loro confidenza non tende mai a depotenziarsi. Luchetti eleva la dimensione cerebrale del romanzo al massimo grado: la storia di Starnone diventa imput per indagare a fondo i fantasmi della mente, in un ipnotico viaggio all’interno delle paure, i desideri e le allucinazioni di Pietro. Il regista sceglie di sacrificare quel barlume di dolcezza che caratterizzava il romanzo di Confidenza per portare al cinema uno specchio veritiero, anche se a tratti inquietante, di quanto le relazioni che nel passato abbiamo stretto con l’altro possano avvolgere, arrivando fino a stritolare, la nostra vita.

"Confidenza" di Daniele Luchetti
Elio Germano in “Confidenza” (Credits: Vision Distribution)

Anche nel film, l’impalcatura invisibile non viene svelata. I vuoti lasciati da Starnone non vengono riempiti, dietro i rapporti umani si cela un segreto che, così come la confidenza di Pietro, non può venire detto ad alta voce.

Leave a Reply