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di alberto

Cuckoo di Tilman Singer è un film horror che fa il suo esordio durante la prima giornata di questa edizione della Berlinale e la premessa su cui si basa la trama è assolutamente demenziale: “cosa potrebbe accadere se dei cuculi avessero delle sembianze umane?” Dietro questa trovata assurda, il film riesce sorprendentemente a mettere a fuoco in maniera mai superficiale i rapporti umani tra Gretchen (Hunter Schafer), diciassettenne ribelle, sarcastica e poco amichevole, e il ristretto nucleo di persone a lei attorno, tra cui familiari e nuove conoscenze.

Hunter Schafer in “Cuckoo” di Tilman Singer (Credits: Berlinale).

La pellicola ruota attorno alla teenager e alla sua disastrata relazione coi genitori e alla loro reciproca incompatibilità, pur essendoci i flebili tentativi di avvicinamento da parte degli adulti. L’astio nei loro confronti da parte della protagonista si deve al fatto che il padre vedovo (Marton Csokas) si è risposato, e lui e la nuova moglie (Jessica Henwick) hanno insieme una tenera giovanissima sorellastra (Mila Lieu). A complicare ulteriormente le cose c’è il trasferimento della famiglia in una località alpina, dove ad accoglierli, oltre all’ inquietante proprietario Mr. König (Dan Stevens), ci sarà una serie di eventi paranormali che li coinvolgerà personalmente.

Hunter Schafer in “Cuckoo” di Tilman Singer (Credits: Neon).

l film è estremamente diretto e catapulta lo spettatore immediatamente dentro la storia con una folle scena iniziale che fa presagire al peggio. Gretchen è una pre adolescente che vuole solo crescere, ma purtroppo non riesce a superare il lutto della madre biologica. Questa per lei è la causa di una sofferenza inaudita e la prova attoriale di Hunter Schafer dona al personaggio una sincera profondità.
I momenti migliori del film sono quelli piú ritmati, dove gli attori dimostrano la loro bravura risaltando le personalità dei personaggi e schivando i cliché dei personaggi horror da cassetta. Sicuramente le scene più notevoli si devono alla regia che fa un enorme tributo al cinema slasher anni 80, senza lo stile pacchiano di “serie b” della maggior parte del genere, ma con personaggi femminili di rilievo ben caratterizzati.

Cuckoo” di Tilman Singer (Credits: Neon).

Appunto il mostro che tormenta le vite del nucleo familiare porta con sè le migliori caratteristiche di alcuni momenti iconici di classici film horror. Infatti la creatura, nel modo in cui corre, un po’ ricorda Pat (Eva Axen) in Suspiria di Dario Argento o anche quando emette le sue grida sovrannaturali sembrano l’agghiacciante grido strozzato finale di Angela Baker (Felissa Rose) serial killer del film slasher cult Sleepaway Camp. Gli ultimi venti minuti creano un crescendo di tensione davvero notevole e fanno dimenticare delle scena presenti abbastanza banali, rendendo la visione, e il finale il particolare, molto gradevoli ed interessanti.

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