Skip to main content

di virginia

Sorry Angel (Plaire, aimer et courir vite) di Christophe Honoré – Francia, 2018

 

Pierre Deladonchamps e Vincent Lacoste in “Plaire, aimer et courir vite”

 

Protagonisti della pellicola ambientata a Parigi negli anni Novanta sono Arthur (Vincent Lacoste) e Jacques (Pierre Deladonchamps), rispettivamente uno studente ed uno scrittore affermato. La storia, almeno a giudicare dalla trama, potrebbe non sembrare tra le più originali o coinvolgenti – soprattutto guardando alla durata del film, 132 minuti – ma, non appena il film prende avvio, è impossibile staccare gli occhi dalle vicende dei due personaggi. Quella che apparentemente si configura come una classica storia d’amore (con tutti i suoi alti e bassi) in realtà diventa un ritratto intimo di due generazioni messe a confronto in un momento difficile e provante in cui dilagano paura e preoccupazione, pregiudizi e stereotipi di fronte alle conseguenze dell’AIDS. Non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo ma Vincent Lacoste brilla nel ruolo di Arthur, personaggio comico e malinconico al tempo stesso.

 

Beginners di Mike Mills – USA, 2010

 

Ewan McGregor e Melanie Laurent in “Beginners”

 

Mike Mills prende ispirazione dalle sue vicende personali per raccontare la storia di Oliver Fields (Ewan McGregor) e di suo padre Hal (Christopher Plummer), quest’ultimo alle prese con una malattia terminale. Hal, rendendosi conto che ormai non gli resta molto tempo da vivere, decide di dichiarare a suo figlio la propria omosessualità, sostenendo che non sia mai troppo tardi per fare coming out. Questa svolta inaspettata, se in un primo momento lascia Oliver spiazzato, immediatamente diventa fonte d’ispirazione per il figlio, che lo vede come un atto coraggioso per affrontare la vita senza paura e pregiudizi esterni. L’interpretazione di Hal è valsa a Christopher Plummer un Golden Globe ed un Oscar come miglior attore non protagonista, ma la vera perla del cast è Melanie Laurent, che ha una chimica incredibile nelle scene in cui recita insieme a McGregor.

 

Different from the Others (Anders als die Andern) di Richard Oswald – 1919, Repubblica di Weimar (Germania)

 

Conrad Veidt e Fritz Schulz in “Anders als die Andern”

 

Considerato il primo film LGBQI+ positive della storia, Different from the others porta sullo schermo le vicende di Paul (Conrad Veidt), insegnante di violino, che si innamora di Kurt (Fritz Schulz), un suo studente. La pellicola – classica storia d’amore ostacolata dalla società e da una serie di personaggi cattivi rappresentati in modo quasi fiabesco – si metteva in posizione polemica di fronte al cosiddetto Paragrafo 175 del codice legislativo tedesco, paragrafo che stabiliva l’omosessualità come una forma di crimine e per cui, di conseguenza, erano state allestite punizioni. Com’è prevedibile, il film venne immediatamente censurato e, in epoca nazista, gran parte della pellicola danneggiata e bruciata. Oggi, della pellicola originale, sopravvivono circa trenta minuti di durata ma vale la pena ricordare l’importanza del film e di Conrad Veidt in un ruolo che non sia quello del sonnambulo Cesare.

 

The Normal Heart di Ryan Murphy – 2014, USA

 

Matt Bomer e Mark Ruffalo in “The Normal Heart”

 

The Normal Heart si basa sull’omonima opera teatrale scritta da Larry Kramer nel 1985 e portata sui palchi di New York City con grande successo di critica e pubblico. Ryan Murphy decide di realizzare questo adattamento in collaborazione proprio con Kramer, che ha lavorato alla sceneggiatura del film. La storia si incentra sulla figura di Ned Weeks (Mark Ruffalo), giornalista e scrittore che inizia a rendersi conto di una malattia che accomuna tutti gli amici della comunità gay con cui è solito trascorrere alcune settimane di vacanza ogni anno. Ned inizia a frequentare sempre di più studi medici privati per scoprire con orrore che gli ospedali pubblici si rifiutano categoricamente di trattare e cercare di curare questa misteriosa malattia. Attraverso il punto di vista giornalistico di Ned e quello medico della dottoressa Emma Brookner (Julia Roberts) viene raccontato l’inizio della diffusione dell’AIDS in modo realistico (e quasi didascalico, ma comunque molto efficace). La storia, come ci si può immaginare, è tristissima e certo la scelta della colonna sonora (affidata a canzoni di Simon & Garfunkel) non alleggerisce il tono generale, ma si tratta un film fondamentale e una più che degna alternativa a tutti quei Philadelphia e Dallas Buyers Club vari.

 

Love Songs (Les chansons d’amour) di Christophe Honoré – 2006, Francia

 

Ludivine Sagnier, Clotilde Hesmé e Louis Garrel in “Les Chansons d’Amour”

 

Christophe Honoré merita un’altra menzione in questa lista per aver realizzato una commedia musicale e leggera che affronta vari temi (dal poliamore, al lutto, passando per la famiglia che uno si sceglie e che non necessariamente deve corrispondere a quella in cui si nasce). Il film raccontata la storia dei giovani Ismael (Louis Garrel), Julie (Ludivine Sagnier) e Jeanne (Clotilde Hesme) che nella Parigi di oggi decidono di vivere una relazione a tre. Non mancano una serie di espliciti riferimenti e omaggi a Gli ombrelli di Cherbourg (Les Parapluies de Cherbourg) di Jacques Demy: il film, oltre ad essere costellato di canzoni, vede anche nel cast Chiara Mastroianni, figlia di Catherine Deneuve, recuperare i modi di fare e il personaggio che aveva interpretato la madre nel film di Demy. Les chansons d’amour è proprio quel tipo di comfort movie leggero ma per niente banale che non viene mai a noia e anche le canzoni che animano il film – non in modo continuativo ma una ogni tanto, per velocizzare il ritmo della storia – non sono niente male. Fidatevi, lo dice qualcuno che non è grande fan dei musical.

Leave a Reply