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di virginia

Guardando Disco Boy, lungometraggio d’esordio di Giacomo Abruzzese, in competizione alla 73° edizione della Berlinale, sorge spontaneamente l’associazione con Ema (2019) di Pablo Larrain e il più recente Atlantide (2021) diretto da Yuri Ancarani. In realtà, Disco Boy, è molto più di una fotografia ipercurata, coreografie contemporanee e musica elettronica: colonialismo, senso di appartenenza e identità nazionale si intrecciano in questo atipico film di guerra.

“Disco Boy” di Giacomo Abruzzese (Credits: Grand Huit Films)

Atipico perchè, oltre ad affrontare diversi concetti di guerra, inserisce in modo sparso numeri di danza e a dirla così sembrerebbe una strana scelta, ma tutto riesce a incastrarsi perfettamente. La storia segue le vicende di diversi personaggi, protagonista è Alexei (Franz Rogowski), giovane bielorusso che decide di fuggire dal proprio Paese in modo clandestino e arrivare in Francia, dove si unisce al corpo della Legione Straniera. Da una parte seguiamo l’addestramento militare di Alexei e dall’altra le azioni di sabotaggio ai tentativi di tenere sotto controllo la diga del fiume Niger da parte dei paesi Occidentali. Se Alexei sceglie di vivere la dimensione della guerra arruolandosi per cercare e costruire una nuova identità nazionale, in modo speculare e opposto vediamo i gruppi di azione per la salvaguardia della diga costretti a entrare in questa dimensione per poter proteggere la loro, di identità nazionale.

Disco Boy di Giacomo Abruzzese
“Disco Boy” di Giacomo Abruzzese (Credits: Grand Huit Films)

Sulla – apparentemente – strana combinazione di elementi coreografici inseriti in un film di guerra, il regista Giacomo Abruzzese tiene subito a precisare alcuni dettagli: «Volevo fare un film sulla guerra inusuale, solitamente i film che amo sulla guerra mostrano una sola prospettiva, un solo punto di vista sul corso degli eventi. La mia intenzione era di far vedere nel film che entrambe le fazioni, all’interno di un conflitto, esistono; non volevo raccontare la storia del bene o del male. Tutti i personaggi nel racconto sono molto difficili da classificare, però possiamo comprenderli e cercare di immaginare le loro vite diversamente; Alexei, ad esempio, è un soldato, fa parte della Legione Straniera, può essere considerato in qualche modo un mercenario. L’idea per il personaggio di Alexei mi è venuta in seguito all’incontro con un ballerino che, prima di svolgere questo mestiere, era un soldato. Ero intrigato da queste due personalità, dalle due dimensioni della danza e della vita militare: credo che entrambe abbiano una disciplina, un senso di coreografia, il desiderio di sentirsi quasi distrutti alla fine del giorno. Ho, quindi, voluto portare insieme questi due elementi e combinare la danza al film di guerra.»

Disco Boy di Giacomo Abruzzese
“Disco Boy” di Giacomo Abruzzese (Credits: Grand Huit Films)

A tal proposito interviene anche il coreografo del film Qudus Onikeku: «Credo che la buona riuscita della coreografia finale abbia molto a che fare con tutti gli attori e la connessione che si è creata sul set. Ho progettato la coreografia ma non sapevo in quale luogo si sarebbe svolta; la musica psichedelica di Vitalic ha giocato un ruolo molto importante e i ballerini hanno dato tutti loro stessi nelle scene di danza. Ho visto, durante le prove, quante volte hanno dovuto ripetere tutto da capo; alla fine mi sono reso conto che questo sarebbe stato un grande film. Quando abbiamo girato la scena finale era tutto molto spontaneo, i miei crediti vanno a tutto il cast per la composizione di quella scena, tutti hanno dato un contributo alla composizione e ogni dettaglio si è incastrato perfettamente.»

Disco Boy di Giacomo Abruzzese
“Disco Boy” di Giacomo Abruzzese (Credits: Grand Huit Films)

Sull’origine del progetto, aggiunge il regista: «Quando mi trovo a costruire un progetto, inizio sempre dalla ricerca e dalla documentazione per poi andare verso l’astratto. A volta bisogna mettere le cose a una certa distanza, posizionarle lontane per vederle bene, per trovare la giusta misura. Quando siamo troppo vicini a qualcosa, spesso, perdiamo di vista il senso generale e ci perdiamo in dettagli irrilevanti. La mia storia personale è molto diversa da quella che ho voluto raccontare; sono italiano ma vivo in Francia da 13 anni, la mia storia è diversa perchè ho deciso deliberatamente di trasferirmi. Mi sono chiesto come potesse avere senso raccontare questa storia dal mio punto di vista, attraverso la mia voce di italiano e, quindi, di straniero, per dare un contributo nella pellicola. Non mi importa davvero del passaporto quando scelgo l’attore, scelgo la persona in grado di impersonare il ruolo che ho in mente. Franz recita in russo e francese, come il resto del cast, tutti hanno imparato una nuova lingua e questo ha contribuito a creare una certa musicalità nel film». 

Disco Boy di Giacomo Abruzzese
“Disco Boy” di Giacomo Abruzzese (Credits: Grand Huit Films)

Franz Rogowski, che alla Berlinale porta anche Passages, film in concorso nella sezione Panorama e diretto da Ira Sachs, racconta la transizione da un personaggio all’altro, da Alexei a Thomas, protagonista della pellicola di Sachs: «È stata una bella sfida interpretare due personaggi che hanno un concetto totalmente diverso di mascolinità. Quando ho chiamato Ira gli ho detto di non essere sicuro di abbandonare al cento per cento il personaggio di Alexei, ma mi ha rassicurato dicendo che dovevo solo imparare le mie battute. Si è fidato della sceneggiatura e del casting. Il personaggio che interpreto viene fuori da un triangolo di amore e dolore, Passages è un progetto che ho iniziato ma che ho scoperto lungo la strada. Io e Giacomo ci siamo incontrati cinque anni fa e, inizialmente, dissi di no al progetto ma non ha mai accettato la mia risposta. Stava viaggiando con la produzione e le circostanze sembravano molto precarie per un giovane regista: mi sentivo molto insicuro riguardo il progetto ma Giacomo è una persona molto ostinata, alla fine abbiamo trovato due giovani produttori e tutti insieme ce ne siamo usciti con questo meraviglioso lavoro. Abbiamo ottenuto molti soldi per essere un primo film ma non abbastanza per quello che volevamo fare. Non sapevo a che cosa sarei andato incontro, a posteriori non so se avrei accettato la proposta!»


Disco Boy verrà distribuito nei cinema italiani da Lucky Red, a partire dal 9 marzo 2023.

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