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di giulia

Tra un film in competizione e l’altro di questa 73° edizione della Berlinale ci siamo anche permesse di andare alla scoperta anche delle altre sezioni che la Berlinale offre ogni anno insieme alla principale. Dalla sezione “Berlinale special”, oltre che al perdibile Superpower di Sean Penn, abbiamo visto anche il tanto aspettato (almeno così si legge su internet) Infinity Pool di Brandon Cronenberg. Data l’eccentricità che ha caratterizzato tutta la promozione di questo film agli altri Festival a cui ha partecipato fino ad adesso, non potevano perderci la conferenza stampa qui a Berlino. 

Alexander Skarsgård e Mia Goth in “Infinity Pool” (Credits: Berlinale)

Dopo le presentazioni — di un cast che in realtà non ne avrebbe neanche troppo bisogno — il moderatore non perde tempo a passare la parola alle tante domande pronte in sala. Sono presenti nel film numerose riprese “psichedeliche”, sopratutto nelle scene che dovrebbero rappresentare l’apice dell’edonismo. Non è il primo film di Brandon Cronenberg dove vediamo scene simili e qualcuno in sala si preoccupa di chiedere il motivo dietro a questa scelta. Brandon spiega: «tra il mio primo progetto e quest’ultimo sono passati molti anni. Abbiamo avuto occasione di sperimentare tanto con le nostre idee, principalmente a causa della mancanza di fondi che ci portavano a rimandare la produzione del film. Quando finalmente abbiamo potuto iniziare con il lavoro, il risultato finale delle mie idee dopo tutte queste sperimentazioni è quello che avete visto sullo schermo, abbiamo avuto il tempo di metterci alla prova.» Infinity Pool di Cronenberg si svolge nel paese inventato di Li Tolqa, povero e religiosamente conservatore, ospita una serie di resort di lusso i cui clienti sono tutt’altro. Spogliare un luogo della sua identità porta inevitabilmente a privare i suoi abitanti anche dell’umanità. Questo è i ciò che accade a un insieme di habitué, che vengono sull’isola appositamente per approfittare di una regola segreta che permette agli stranieri di farla franca ad ogni crimine commesso ed evitare la severa pena di morte vigente a Li Tolqa. Blasfemia, possesso di droga, omicidio: tutti reati capitali, e tutti perdonabili se al giusto prezzo. Questo permette ad americani come Gabi (Mia Goth), Alban (Jalil Lespert) e ai loro amici di trattare quel luogo come un parco giochi edonistico dove nulla è off-limits.

Mia Goth in “Infinity Pool” (Credits: IMDb)

Dato che le “esagerazioni” nel film sono molteplici, non tardano ad arrivare domande riguardanti le scene di sesso. Qualcuno inizia chiedendo cosa sia stato usato per rappresentare realisticamente sul set tutte le sostanze che compaiono in queste riprese, tra cui ovviamente, lo sperma. Cronenberg ride e dice che onestamente non se lo ricorda, seguito poi dal primo commento di Skarsgård, introducendosi esattamente come il personaggio che noi ci aspettiamo che lui sia: «non so esattamente cosa fosse, quello che posso dire che l’ho assaggiata e il sapore era decisamente dolce, l’ho consigliata a tutti sul set!» Seguono poi domande meno ironiche e più specifiche riguardo all’intimità creatasi tra i due protagonisti. Avete usato dei coordinatori dell’intimità? Quali tecniche sono state utilizzate per creare degli spazi sicuri? Brandon risponde: «li abbiamo usati sì, era la prima volta per me. Penso che sia stato utile dal mio punto di vista di regista. Si trattava di un numero alto di persone che avrebbero dovuto interagire tra di loro, quindi avere qualcuno che fosse professionalmente in grado di aiutare ad assicurarsi che tutti fossero a proprio agio è stato utile.» Mia Goth invece rivela di non trovare i coordinatori così utili «perché sono sempre stata fortunata con i registi con cui ho lavorato, quindi non ho mai sentito il bisogno di ulteriori aiuti per sentirmi a proprio agio in tutte le situazioni.»

Alexander Skarsgård in “Infinity Pool” (Credits: IMDb)

Ma quindi, quanto la trasgressione e l’eccesso hanno avuto un ruolo nella preparazione per Infinity Pool? Le opinioni sono diverse, ma tutti concordano sul trovare catartico lo sfogarsi davanti a una telecamera. Non è un segreto che Mia Goth stia diventando famosa per questi ruoli in cui serve rappresentare un personaggio folle e squilibrato. «Non si tratta però di una decisione pianificata nel dettaglio» dice lei «mi piace educarmi completamente ai personaggi e affidarmi ai registi con cui lavoro. Il fatto che ultimamente stia rappresentando molti personaggi del solito genere è una coincidenza più che altro ma ammetto che queste storie sono impegnative e mi aiutano a esplorare parti di me che di solito non mi sento sicura di rivelare fuori dal set. Ma non sono l’unica cosa che cerco, per lavorare con lui avrei accettato di fare anche una commedia romantica se Brandon me lo avesse chiesto.» Skarsgård aggiunge che non c’è stata molta improvvisazione: «volevo essere vulnerabile, aperto e fragile, spingere me stesso nella situazione e vedere cosa sarebbe successo. Volevo essere sorpreso come lo sarebbero stati gli spettatori, c’era spazio per giocare con le reazioni che il pubblico avrebbe potuto avere, ma la sceneggiatura era così buona che non c’è stata necessità di cambiare niente sul momento.» E su questo ultimo commento, Alexander, mi sento di dissentire, tuttavia non entrerò nel dettaglio. 

Mia Goth in “Infinity Pool” (Credits: IMDb)

James (Alexander Skarsgård) è un burattino. Scrittore al verde, ha perso la fiducia in se stesso. Non ci vorrà molto per fregarlo e farlo cadere nel gioco perverso di Gabi e suo marito, bensì basterà un solo commento per fargli cadere la guardia: “ho letto i tuoi libri”, è questa la sola frase che servirà per conquistare James. Mia Goth commenta: «Gabi in realtà è molto più simile a James di quello che si crede, dice di vedere se stessa in lui, e questo è uno dei motivi per cui è in grado di fare ciò che vuole. Hanno tanti aspetti in comune, anche se il modo di agire è molto diverso, sono simili nell’insieme. Nella relazione con lui raggiunge il ruolo di cui ha sempre voluto pendere parte, quello di leader» per poi aggiungere «i momenti di preparazione sono utili, ma non si sa mai come sarà alla fine delle riprese. È necessario un livello di immediatezza e freschezza, se si esagera con i tecnicismi si rischia di rovinare questa immediatezza.»

Alexander Skarsgård in “Infinity Pool” (Credits: IMDb)

Ma da cosa nasce la idea che sta dietro il racconto? La satira riguardante l’eccessiva commercializzazione del turismo è palpabile per tutto il film, in questo resort privato della sua specificità, dove puoi reperire tutto a qualsiasi momento in qualsiasi contesto. Brandon Cronenberg dice: «Infinity Pool attacca sì il turismo, ma per me si tratta di una dimensione parallela, lo trovo sinistro. Non credo che sia cambiato eccessivamente in modo articolato negli ultimi anni, ci sono delle tendenze nel turismo, ci sono sempre state. Probabilmente oggi sono alimentate dalle foto sui social ma si tratta di un fenomeno che tende sempre a essere vissuto con l’inclinazione alle tendenze. Anche per questo, la satira è presente nel mio racconto ma si tratta più di uno strumento narrativo, spero che il mio film non venga preso come una soluzione a un problema, non sono così romantico e non mi considero così capace da pensare di poter risolvere qualcosa con il mio film.»

Il cast di “Infinity Pool” insieme a Brandon Cronenberg.

La conferenza ovviamente non può finire senza che qualcuno prima non menzioni Cronenberg Senior. «Lascio agli altri il compito di commentare, so che è difficile per me mettermi alla prova dopo mio padre, ma non è una cosa a cui penso, lascio al pubblico trarre le proprie conclusioni.» Quello che posso dirti io Brandon è che, come mi era successo anche a Cannes durante la conferenza stampa di Crimes of the Future, ho compreso — dopo aver sentito le tue spiegazioni — il punto di vista che si andava a cercare di spiegare con questo film, purtroppo però fatto il risultato sullo schermo è deludente e la spiegazione che ci sta dietro non basta per rialzare il tutto. L’eccessivo desiderio di creare qualcosa di controverso tende a diventare il fulcro del film, oscurando la vera storia e il vero obbiettivo. Performance notevoli e un’idea alla base che poteva essere qualcosa di forte perdono la loro forza contro l’eccessivo tentativo di trasgressione. 

Giulia

Nouvelle Vague, arti visive e ramen istantaneo. Non mi piace parlare di me, ma mi piace parlare di film.

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