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di giovanna

Mr. Fox, l’astuto Signor Volpe nato dalla penna di Roald Dahl e portato in vita in Fantastic Mr. Fox dal regista statunitense Wes Anderson, conosce benissimo le conseguenze dei suoi comportamenti. Non sono azioni avventate, ma attentamente premeditate. I suoi piccoli furti di pollame sono certamente il frutto dell’impulso predatorio che è insito in lui, ma la preparazione all’atto ha la stessa matrice irrefrenabile che spinge l’uomo a ricercare il piacere ad ogni costo.

“Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson (Credits: IMDb)

Non ruba solamente per il gusto di farlo, ma anche e soprattutto per esplicitare la sua natura di volpe. Le sue missioni al cardiopalma negli allevamenti al di là del bosco sono compiute sì per ragioni di sopravvivenza, per combattere la fame e sfamare la sua famiglia, ma in primis sono la sua fonte di appagamento, il momento in cui liberarsi dei vestiti troppo stretti e delle cravatte che mozzano il respiro e lasciarsi pervadere dalla vita, dall’istinto animalesco. Uccidere affondando le zanne affilate nei colli fragili delle sue prede è per Mr. Fox la più pregiata delle droghe. Rubare, intrufolarsi nei pollai infrangendo regole, superando ostacoli, cani e cancelli elettrificati costituisce per lui una fonte di piacere che la vita di tutti i giorni, quella passata tra la redazione del giornale del bosco, la famiglia e gli sporadici incontri con il commercialista, non riesce a procurargli.

“Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson (Credits: IMDb)

D’altra parte ne è consapevole: è una volpe. E le volpi razziano senza pietà. Ha bisogno di rischiare per sentirsi completo.  Forse in quella sua stessa ammissione di debolezza c’è una scintilla che lo rende più umano che animale. Quegli occhi sfuggenti e scaltri nascondono un animo complesso, molto più complesso di quello della maggior parte degli animali che popolano la sua storia. La contraddizione che vive in lui è sintomatica di una certa etica conflittuale. Ci ha provato a cambiare, Mr. Fox. Dopo aver rischiato di morire intrappolato con sua moglie, incinta del loro cucciolo Kris, ha giurato a sé stesso di smettere di mettersi nei guai, e per anni ha combattuto il desiderio di spingersi oltre la radura, verso il paradiso di piume e carne fresca degli allevamenti.

"Fantastic Mr. Fox" di Wes Anderson
“Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson (Credits: IMDb)

Poi un giorno, come una lampadina, il desiderio si è acceso di nuovo. Come le sirene per Ulisse, i colombacci, il sidro di mele e i tacchini di Boggins, Bunce e Bean hanno intensificato il loro richiamo. E Mr. Fox ha scelto di smettere di lottare contro la sua natura, di arrendersi ad una vita tranquilla, senza brivido né adrenalina. Anche a costo di mettere a repentaglio la sua famiglia e l’intero bosco, la volpe torna ad essere volpe.

"Fantastic Mr. Fox" di Wes Anderson
“Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson (Credits: IMDb)

Ma ad un costo altissimo. Le conseguenze dei suoi comportamenti sfrenati costituiscono un pericolo enorme per tutti gli animali attorno a lui, che ben presto dovranno sfuggire all’ira dei tre allevatori e rifugiarsi sotto terra. Per colpa di Mr. Fox, le abitudini di un’intera comunità cambieranno, e riscopriranno un senso di solidarietà e unione che forse noi umani consideriamo nostro appannaggio. L’egoismo di un essere pieno di conflitti interiori farà sì che tutti inizino ad agire in maniera diversa, che in tutti nascano domande, forse anche una certa fede arcaica. E lui, il signor Volpe, rischierà la vita di nuovo pur di salvare quegli animali tanto consapevoli e sereni di essere tali da fargli iniziare a dubitare di essere più di una semplice volpe, come invece aveva sempre pensato.

"Fantastic Mr. Fox" di Wes Anderson
“Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson (Credits: IMDb)

L’incontro con un lupo, bestia selvatica pura e potente che nulla teme e che porta sul pelo irto i segni di combattimenti contro il tempo, nemico feroce ed invisibile, è la chiave di volta nella sua vita di fuga perenne e dubbi che lo spingono sempre verso il confronto con l’uomo e le cose del suo mondo. Quella creatura che scorge da lontano, maestosa e forte come le montagne che si stagliano dietro di lui, non ha bisogno di nulla e di nessuno, vaga libera tra i boschi innevati e non comprende – ma forse nemmeno vuol farlo – il linguaggio addomesticato e ripulito di Mr. Fox, non condivide i suoi dubbi. Ed è proprio davanti a quell’anima silenziosa, il pelo sospinto dal vento del nord, che Mr. Fox abbraccia finalmente la sua natura: non è né uomo né lupo, anche se di entrambi percepisce le radici e i legami antichi, ma è una vulpes vulpes, e non sarà certo un impeto di razionalità a cambiare la sua identità.

"Fantastic Mr. Fox" di Wes Anderson
“Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson (Credits: IMDb)

Riuscirà mai a cambiare, ad affievolire l’istinto, il Furbo Signor Volpe? Nessuno lo sa con certezza. Ma Mr. Fox sa, dopo tutto quello che ha passato, che per vivere felice essere consapevole del proprio io e dei propri limiti è il passo più importante, che emozionarsi davanti ad un lupo fa bene, e che con un colombaccio tra i denti, un bicchiere di sidro di mele e l’amore della sua strampalata famiglia essere un animale non è poi così male.

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