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di virginia

Presentato in occasione della 47° Mostra Internazionale del Cinema di San Paolo (Sao Paulo International Film Festival), il lungometraggio diretto da Vera Egito racconta di una vicenda realmente accaduta di contestazione giovanile, svoltasi nell’ottobre del 1968, e che ha visto protagonisti gli studenti dell’Università di San Paolo.

“A batalha da Rua Maria Antônia” di Vera Egito (Credits: Rafael Barion)

Sono molti i film che hanno contribuito a creare un immaginario collettivo delle contestazioni studentesche del 1968 a chi, quel periodo, non l’ha vissuto. Ai posteri, solitamente, vengono raccontate grandi storie su come i giovani del tempo fossero animati dal sacro fuoco degli ideali e della voglia di cambiare il mondo; fuoco che, con il passare del tempo, è diventata forse una scintilla nelle generazioni più giovani. Un film che parla del Sessantotto e che non è stato girato all’epoca dei fatti porta, inevitabilmente, a un confronto con la contemporaneità e spinge lo spettatore a chiedersi se, nella propria vita o carriera di attivismo, abbia fatto se non abbastanza, almeno tanto quanto questi mitici studenti predecessori. La risposta, ovviamente, è quasi sempre negativa: i tempi sono cambiati e continuiamo a ripeterci che gli studenti che hanno portato avanti proteste ormai più di cinquant’anni fa, lo hanno fatto perchè noi potessimo avere un futuro migliore e niente per cui dover combattere. Per quanto si provi a non cadere in questa trappola retorica, è quasi scontato finirci dentro e la maggior parte dei film sul Sessantotto finiscono per assomigliarsi nei toni e nei motivi.

“A batalha da Rua Maria Antônia” di Vera Egito (Credits: Rafael Barion)

Non è questo il caso di The Battle, titolo internazionale de A Batalha da rua Maria Antônia («La battaglia di via Maria Antonia»), lungometraggio diretto da Vera Egito che si snoda in ventuno capitoli (o segmenti) narrativi, ognuno di questi girato in piano sequenza. Il film, interamente girato in pellicola 16mm e in bianco e nero, si incentra su un gruppo di studenti impegnati a occupare l’Università pubblica di San Paolo in risposta alla realizzazione di un congresso promosso dall’Unione nazionale studentesca. Gli scontri, che da ideologici passano velocemente a diventare fisici, si consumano su questa rua, via, Maria Antônia, dove sono situate sia l’università pubblica, sia l’università privata Mackenzie, di schieramento politico completamente opposto ai valori di sinistra promossi dagli altri studenti. Guardando il film, la sensazione è che ci si trovi davvero nel momento in cui i fatti sono successi; oltre alle riprese in pellicola, con una macchina a mano sempre in movimento e tormentata, così come lo sono gli studenti che portano avanti l’occupazione, la ricostruzione (dai costumi ai luoghi) è accuratissima, e l’effetto è quello di un vero e proprio documento storico, una fotografia su un momento preciso della storia del Brasile.

“A batalha da Rua Maria Antônia” di Vera Egito (Credits: Rafael Barion)

La vicenda, in Europa, potrà non essere nota ai più (per colpa del Maggio Francese? Per colpa di Bernardo Bertolucci che, involontariamente o meno, ha fatto sì che tutti ci concentrassimo su Parigi?), per quanto venga spesso ripetuto il mantra che le contestazioni giovanili sono state un movimento globale, che ha coinvolto studenti di tutto il mondo in modo simultaneo e spontaneo. Con The Dreamers (2003) non ha molto a che vedere il film di Egito; siamo molto più vicini, invece, a quel tipo di rappresentazione accurata che aveva realizzato Philippe Garrel nel 2005 con Gli amanti regolari, epopea dalla durata di tre ore su studenti – elevati al ruolo di eroi romantici – e contestatori del movimento studentesco parigino. Con uno screentime nettamente inferiore rispetto al suo illustre predecessore, Egito mette in scena non solo la storia, quindi i fatti che poi sono passati a essere studiati su manuali negli anni a venire, ma anche tutti i sentimenti contrastanti e i tormenti di questi giovani ragazzi che, alla fine, si trovano a dover far fronte a qualcosa di molto più grande di loro.

A batalha da Rua Maria Antônia
“A batalha da Rua Maria Antônia” di Vera Egito (Credits: Rafael Barion)

Anche dal punto di vista tecnico, la realizzazione è accuratissima: ogni movimento di macchina riflette esattamente i moti dell’animo dei protagonisti, in un film corale che comunque lascia spazio individuale a ognuno, senza far perdere lo spettatore in un marasma di storie che si accavallano. La sensazione di trovarsi davvero nel clima politico di fine anni Sessanta viene poi ulteriormente accentuata dal contesto e dal lavoro che il fotografo di scena Rafael Barion ha portato avanti durante le riprese. Come lui stesso ha dichiarato, durante i tredici giorni in cui si sono svolte le riprese, con il consenso della regista e del direttore della fotografia Will Etchebehere, ha vagato liberamente per il set, per fotografare e documentare questo microcosmo che si è creato per la realizzazione del film. Il risultato sono state oltre trecento immagini che hanno creato un progetto fotografico a metà tra la finzione e la realtà dei fatti.

A batalha da Rua Maria Antônia
“A batalha da Rua Maria Antônia” di Vera Egito (Credits: Rafael Barion)

In un clima politico già di per se molto teso, non tutti gli studenti partecipanti al movimento vivono la contestazione allo stesso modo. Lilian (Pâmela Germano) è una studentessa tormentata sul ruolo che dovrebbe assumere; dilaniata tra continuare a seguire le lezioni, mettersi in salvo e dichiarare il proprio amore alla sua cotta di lunga data, decide di rimanere fedele ai propri ideali e compagni e di dare il proprio contribuito nel momento del bisogno. Benjamin (Caio Horowicz), carismatico leader – formalmente votato, ma con forse, più probabilmente, auto-eletto – del movimento studentesco, porta avanti l’occupazione con tutta l’arroganza che serve per confrontarsi con la polizia e con un gruppo intero di studenti di destra, con quella convinzione di fare la cosa giusta che si ha quando si ha vent’anni o poco più. Leda (Gabriela Carneiro da Cunha), professoressa e appartenente alla generazione che si è messa in contrasto con tutti i giovani in una posizione paternalistica, intuisce che il cambiamento deve partire da una base di unione comune, e non abbandona l’università fino a che tutti gli studenti non saranno tornati a casa. Il Sessantotto di Vera Egito non è né stereotipato, né romantico, né travisato: è una storia portata avanti soprattutto da ventenni, convinti di agire per un mondo migliore, con tutte le difficoltà dell’animo che uno si porta dentro a questa età – e per questo un film davvero notevole.

A batalha da Rua Maria Antônia
“A batalha da Rua Maria Antônia” di Vera Egito (Credits: Rafael Barion)

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