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di virginia

Il lungometraggio d’esordio della regista, attrice e sceneggiatrice spagnola Zaida Carmona è stato presentato durante la 15° edizione del Some Prefer Cake Film Festival, svoltosi a Bologna dal 22 al 24 settembre 2023.

Zaida Carmona scrive, interpreta e dirige il film L’amiga de mi amiga («L’amica della mia amica»). Il titolo, che allude chiaramente al film di Éric Rohmer, L’ami de non amie, non è casuale: la pellicola si configura come un costante omaggio al regista francese e al suo interno sono inseriti numerosi riferimenti – alcuni espliciti, altri più “nascosti” – all’opera di Rohmer. Se già con Afire di Christian Petzold, presentato in concorso allo scorso Festival di Berlino (Berlinale73), si era osservato un ritorno al modo di fare cinema di Rohmer, qui ci troviamo davanti a un vero e proprio omaggio dichiarato, sotto molteplici aspetti e punti di vista. Zaida (interpretata da Carmona stessa) è una giovane donna che da poco ha chiuso una storia importante, non per sua volontà, ma perchè la sua ex ragazza, Gabriela (Bea Escribano) ha deciso così, prima di andarsene a vivere a Madrid, lontana qualche centinaio di chilometri dalla Barcellona in cui la protagonista vive. Zaida precipita nello sconforto più totale e decide di confrontarsi con due amiche, che le consigliano di non buttarsi giù e di recuperare, ora più che mai, il tempo perso con il resto delle amicizie che la circondano.

La amiga de mi amiga
“La amiga de mi amiga” di Zaida Carmona (Credits: JaJaJa Industrias)

Che si tratti di un film che verte intorno ai rapporti interpersonali (e quanto sia difficile mantenerli) lo si capisce sin dalla prima sequenza: mentre una canzone pop fa da sottofondo musicale, quasi a voler rievocare le sigle delle famose sitcom che tanto andavano di moda negli anni Novanta del secolo scorso, vediamo alternarsi tutti i personaggi che faranno parte della pellicola in un montaggio serrato e veloce che li riprende nella loro quotidianità. In questa rapida presentazione che viene fornita allo spettatore, tra incontri casuali e incontri organizzati, sms e telefonate varie, si capisce che tutti i personaggi sono collegati tra di loro; tutti orbitano come pianeti attorno alla vita di Zaida, di cui si seguono le vicende da più vicino e in modo più dettagliato.

La amiga de mi amiga
“La amiga de mi amiga” di Zaida Carmona (Credits: JaJaJa Industrias)

Come anticipato, tutto il film costituisce un omaggio all’opera di Rohmer: dal punto di vista tecnico e di scelte registiche, il formato in 4:3, oltre a rievocare quello delle vecchie televisioni e quindi, oltre ad aggiungere un’ulteriore patina retrò al film, è lo stesso prediletto dal regista dei Cahiers nei suoi ultimi film. Il film, che pullula di dialoghi e sostanzialmente, si regge su questi scambi di battute tra protagonisti, evidenzia le varie opinioni e posizioni degli interlocutori con dei continui campi e controcampi, che fanno cambiare allo spettatore punto di vista man mano che la narrazione si sviluppa. Per quanto riguarda, invece, le principali tematiche che vengono affrontate nel corso della storia, i temi affini a Rohmer sono molteplici: dal triangolo amoroso che si instaura tra Zaida, l’amica Rocío (Rocío Saiz) e la fidanzata di quest’ultima, Lara (Alba Cros) all’indecisione nei rapporti fino ad arrivare a una crisi interiore, affrontata dalla protagonista; tutti argomenti affrontati in più di una pellicola dal regista francese. La stessa indecisione che porta il personaggio di Gaspard (Melvil Poupaud) in Un ragazzo, tre ragazze a non scegliere nessuna delle ragazze di cui si è invaghito si riscontra nel personaggio di Lara, che dopo aver frequentato sia Rocío che Zaida, finisce per allontanarsi da entrambe e non intraprendere una relazione stabile con nessuna delle due.

La amiga de mi amiga
“La amiga de mi amiga” di Zaida Carmona (Credits: JaJaJa Industrias)

La amiga de mi amiga, però, non è solo un costante riferimento ai film francesi. Trattandosi di una rilettura in chiave queer delle grandi storie d’amore e di quotidianità che Rohmer ha rappresentato sul grande schermo, in quanto spettatori, non dobbiamo stupirci se ci imbattiamo in un riferimento – anche se decisamente più leggero nei toni – a Céline Sciamma: quando i personaggi protagonisti si ritrovano all’interno di una mostra di arte contemporanea, rimangono un po’ più a lungo a osservare uno schizzo che ritrae l’attrice e attivista francese Adèle Haenel, proprio come il personaggio che la donna interpretava nel Ritratto di una giovane ragazza in fiamme faceva davanti al quadro che la ritraeva.

“La amiga de mi amiga” di Zaida Carmona (Credits: JaJaJa Industrias)

La pellicola aspira a inserirsi nella serie dei Racconti Morali inaugurata da Rohmer; ovvero lo stesso ciclo di film che i personaggi protagonisti vanno a vedere al cinema locale, il quale offre una rassegna proprio sul regista. Il cinema di Rohmer diventa rapidamente un pretesto per far scaturire una riflessione sul cinema stesso e, in particolare, sullo stesso film di Carmona. Quando dalla barista e dal personaggio di Rocío questi film francesi vengono definiti una «noia mortale» e un «infinito dolore», la regista gioca con la scrittura per fare in modo che queste definizioni, alla fine, ricadano sul proprio, di cinema.

“La amiga de mi amiga” di Zaida Carmona (Credits: JaJaJa Industrias)

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