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di irene

Ormai da anni, quando qualcuno mi chiede quale sia il mio film preferito, la risposta è sempre la stessa: Love Exposure (Ai no mukidashi) di Sion Sono. Generalmente la persona che ho di fronte, a meno che non sia interessata di cinema, non lo conosce. Mi trovo a consigliarlo vivamente, ma il problema sorge quando dico che si tratta di un film giapponese di quattro ore: inutile dire che le quattro ore passano in fretta e che non si tratta del solito film da cinefili pretenziosi super lungo e noioso, bensì di una commedia demenziale melodrammatica splatter che ha come protagonista un pervertito sessuale estremamente romantico, ma ormai è troppo tardi. Poiché solo quattro, tra le innumerevoli persone a cui l’ho proposto l’hanno effettivamente guardato, cercherò di presentarlo brevemente e di illustrarne i temi che mi hanno più affascinato, sperando che un maggior numero di persone possa apprezzarlo.

Love Exposure di Sion Sono (Credits: Olive Films)

Love Exposure è un film diretto da Sion Sono del 2008 e ambientato in Giappone. Racconta la storia di Yu Honda (Takahiro Nishijima), un ragazzo che ha perso la madre da bambino e che vive col padre, il quale, rifugiatosi nella fede per superare il dolore, ha preso i voti. Il padre lo sottopone a frequenti confessioni duranti le quali Yu, non avendo niente da confessare, lo delude continuamente. Con l’intento di attirare le sue attenzioni, inizia dunque a commettere peccati sempre più gravi – in particolare si specializza nel realizzare foto alle mutandine delle ragazze, diventando insuperabile in questa arte. Un giorno, dopo aver perso una scommessa, è costretto dagli amici a vestirsi da donna. Il caso vuole che sia il giorno dell’ incontro con la sua Maria, una ragazza di nome Yoko (Hikari Mitsushima), della quale si innamora subito perdutamente. Da questo momento in poi si generano inarrestabili reazioni a catena, la storia diventa folle e assurda, piena di risvolti inaspettati e, di conseguenza, impossibile da riassumere.

Love Exposure di Sion Sono (Credits: Olive Films)

Il film esplora numerosi temi, primo fra tutti la critica alla famiglia patriarcale tradizionale. Tutti i personaggi fanno parte di famiglie disfunzionali che li portano a soffrire traumi continui: Yu ricerca costantemente le attenzioni del padre, il quale prova nei suoi confronti prima indifferenza, poi disprezzo. Si sente accettato solo nel contesto della malavita, all’interno del quale è lodato come un vero e proprio esempio per la dedizione riportata nel commettere peccati. Il padre di Yoko, invece, passa da una donna all’altra senza occuparsi della figlia se non per molestarla. Ciò la spinge ad odiare profondamente tutto il genere maschile (sono esclusi solo Kurt Cobain e Gesú), con il quale si confronta abitualmente in lotte corpo a corpo. Tale fattore è significativo anche per l’incontro tra i due giovani, che avviene mentre Yu è, non a caso, vestito da donna. Yoko si affeziona quindi alla figura di Miss Scorpion, nome con il quale Yu si presenta a lei, non capendo che si tratta di un travestimento. Il travestimento di Miss Scorpion è un omaggio alla cultura pop giapponese, in particolare a Sasori, protagonista di una serie di film anni 70, appartenente al genere pinky violence, filone erotico e violento con protagoniste donne belle, ribelli e vendicative. 

Love Exposure di Sion Sono
Love Exposure di Sion Sono (Credits: Olive Films)

Un altro tema che vale la pena approfondire è il rapporto della sessualità associata all’iconografia cristiana che permea fortemente tutta l’azione. La madre di Yu, prima di morire, gli affida una statuetta della vergine Maria, simbolo di purezza, che il figlio custodisce come un tesoro per tutto il film. La figura di Maria è incarnata, però, anche da Yoko, che è forte e ribelle e, quindi, lontanissima dall’immaginario cristiano. Inoltre Yoko è la prima e l’unica donna che riesce a provocare in Yu un’erezione, cosa che riveste nel film un ruolo simbolico fondamentale. Il rapporto tra l’erotismo e la religione è sempre presente, senza tuttavia mai scadere nel blasfemo, poiché i personaggi affrontano le loro passioni in modo puro, quasi ingenuo; la loro fede non è mai messa in discussione, è talmente forte da risultare quasi ridicola.

Love Exposure di Sion Sono
Love Exposure di Sion Sono (Credits: Olive Films)

Yoko, verso la fine del film, cita il capitolo tredici della prima Lettera ai Corinzi di San Paolo: il frammento recita che le cose più importanti sono fede, speranza e amore. In latino l’amore è la “caritas” ovvero l’amore pieno, verso Dio, che Sono decide di tradurre con la parola “Ai”, la quale ha invece una accezione leggermente diversa, più terrena, meno spirituale. Il cristianesimo nel film è visto come sofferenza e martirio, portatore di valori forti, ma ormai lontani e non più carichi di significati concreti. Questi valori sono trasferiti nell’amore, motore primario, non più solo e direttamente nei confronti di Dio. La via dell’amore, come quella della fede, è un arduo percorso che necessita di penitenza e sacrificio per portare verso una nuova salvezza. Simbolica è in questo senso la frase che Yu rivolge a Yoko: Yoko ti amo più di quanto amo Dio.

Love Exposure di Sion Sono
Love Exposure di Sion Sono (Credits: Olive Films)

Inutile dire che questa é solo una minima parte di un’opera estremamente densa di significati, di riferimenti non solo alla religione, ma anche alla cultura pop giapponese e occidentale, impossibile da analizzare a pieno in un articolo di questa portata. Si tratta inoltre di un film che difficilmente è apprezzato da un vasto pubblico, anche se ritengo che si tratti di una questione di gusto personale e non tanto per una sua difficoltà intrinseca. Spero comunque di aver suscitato almeno in qualcuno l’interesse nel visionarlo, e spero che possa generare anche pareri contrastanti, che portino ad un confronto al quale non mi sottrarrei, anche se, da testarda quale sono, non penso di essere ancora pronta a cambiare la mia idea sulla portata di questo capolavoro.

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